Miyazaki World Cup

profiloSi chiude la stagione 2017 con una nota un po’ stridente: la Coppa del Mondo nella terra del sol levante, Miyazaki (JPN)

Una spedizione partita già male dal giorno 1, quando al momento dell’imbarco la mia bici viene rifiutata della compagnia aerea per un sovrannumero di bagagli extra misura. Un rifiuto totale, in parole povere non avrei mai rivisto la mia bici dopo 18 ore di volo. “Ma resta positiva”, era il mantra che continuavo a ripetermi in testa provando a trovare distrazioni durante i voli che mi separavano dalla meta finale.

Arrivata a destinazione la preoccupazione primaria era quella di trovare una soluzione per poter gareggiare il weekend, non troppo distante. La lingua di certo non era dalla mia parte ma un pizzico di fortuna ha voluto che tramite le varie federazioni siamo riusciti trovare un contatto con il marchio che produce per la sezione Giappone la bicicletta che ho in uso. Un miracolo pensai: stesso modello, stesse misure, cosa volevo di più? Dettaglio: mi sarebbe arrivata la sera prima della gara. Panico.

Ora, per chi non fa del triathlon il proprio mestiere potrà sembrare una reazione esagerata, ma per i ciclisti che leggono capiranno quanta differenza possa fare qualche millimetro di differenza tra un assetto e l’altro e quindi capire la mia preoccupazione.

Nonostante tutto ho provato a mantenere la calma e conservare le energie per il giorno della gara. Nelle ultime gare di questa stagione non avevo praticamente sbagliato un colpo, un sacco di podi infilati uno di seguito all’altro. La fiducia nei miei mezzi si era fortificata nelle ultime settimane.

 

Il percorso ciclistico della gara era praticamente piatto e senza particolari difficoltà tecniche. Con un nuoto solido e una frazione di bici “a risparmio” potevo giocarmela bene.

start

Ci siamo, tutte allineate sul tappeto blu, io opposta a tutte le più forti (strategia, che negli ultimi mesi si era rivelata vincente).

Partite. Onde, corrente contraria, qualche botta, mezzo secondo di incertezza e sono già in fondo al gruppo di testa. “Qui le cose non si stanno mettendo bene”, pensai. Le braccia iniziano a bruciare e inizio a perdere contatto. Finita la frazione di nuoto sono a 10 secondi dalla coda del primo gruppo; in questi momenti può cambiare tutto; si possono decidere le sorti della prossima ora e mezza nel giro di quindici secondi.

bici

C’ho provato, fino a sentirmi male, purtroppo sono rimasta tagliata fuori e i 40 km si sono rivelati un vero supplizio.

Miyazaki triathlon

myiazaki

Finisco 20esima. Delusa e dispiaciuta.

Una stagione grandiosa, finita con un velo di tristezza.

Spesso si spera di finire con un bel risultato per affrontare il “lungo” inverno che ci separa dalle gare con motivazione e grinta, ma è stato proprio l’amaro delle delusioni che mi ha fatto sempre trovare la motivazione per migliorare la mia performance fisica e soprattutto mentale.

2018, non vedo l’ora di conoscerti!

Pubblicato da

Ilaria Zane

Triathleta di mestiere. Faccio della Nutrizione la mia filosofia di vita. perche per avere "mens sana in corpore sano" serve il giusto carburante

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