Altro weekend di gare quello del 24-25 Marzo.
Questa volta sono in Portogallo per prender parte alla classica gara di inizio stagione.
Scendo in campo con un numero che mi dà tra le favorite e sapevo non era facile migliorare o mantenere tale posizione, ma ero pronta a dare il massimo come sempre.
Consapevole dello stato di forma attuale volevo testare le velocità limite sulla distanza olimpica.
Il nuoto in mare (oceano) prevedeva onde e corrente e la temperatura non superava i 15 gradi.
Fuori dall’acqua un timido sole e un vento forte che non aiuta a scaldarsi.
Sapendo che i climi freddi non sono il mio forte ormai ho imparato ad attrezzarmi per ogni clima e ogni sorta di intemperie, e così munita di patch riscaldanti dentro le scarpe da bici e una particolare attenzione all’idratazione nel pre gara sono pronta a partire.
Onestamente parlando, scendevo in campo abbastanza rilassata, consapevole del lavoro svolto e delle potenzialità.
La gara parte dalla spiaggia con corsa verso l’acqua (la mia preferita) e le prime onde fanno subito selezione.
Raggiungo la prima boa nel gruppetto di testa ai piedi della leader, ma la forza delle onde mi schiaccia sotto la prima boa, dove mi si attorciglia il cavo che àncora la boa intorno alla mano. Fortunatamente mi libero abbastanza in fretta, ma non a sufficienza per mantenere il contatto con il gruppetto che poi prederà un buon vantaggio per cercare una fuga in bici.
Uscita dall’acqua trovo prontezza nelle gambe e un po’ d’insensibilità nelle mani a causa del freddo, ma in bici fin da subito riesco a esprimere forza e velocità. Nel corso dei 40km si forma un unico gruppo che negli ultimi 6/7km rallenta sempre di più dato che tutte sono consapevoli che si sarebbe trattato di un risultato basato unicamente sull’ultima frazione: 10 km di corsa.
La distanza lunga di certo mi aiuta, ma resta l’incognita sulla risposta delle gambe dopo un andatura poco impegnativa per la seconda parte della frazione ciclistica.
Transizione rapida, ma non rapido il primo dei 4 giri. Seppur affrontato in progressione, il tempo finale non mi ha permesso di avvicinarmi a sufficienza ai gradini del podio e chiudo così settima, poco soddisfatta, ma nemmeno delusa.
Netto miglioramento rispetto l’anno scorso, il che mi dà fiducia che il lavoro fatto finora è servito.
Ancora molto da raffinare, ma ci sono le basi per affrontare una buona stagione.